giovedì 28 luglio 2016

Jenny vs Cacca 1:0

Carissime è un po' che manco dal Blog quindi oggi che sono riuscita a dedicare 10 minuti di tempo vi parlerò di un argomento di merda: la cacca della mia bambina.

Jennifer sin dai primi giorni di vita ha sempre sofferto di stitichezza.  Sia nel breve periodo che l'ho allattata al seno, nello svezzamento e ancora fino a poco tempo fa. 
Nei suoi quasi 18 mesi ho provato l'impossibile.  Ha fatto così tante perette nel sederino che credo se le ricorderà anche da grande.
Nella nostra lunga e difficoltosa battaglia contro la cacca abbiamo provato sciroppi omeopatici, lassativi, perette di ogni genere da quelle farmaceutiche a quelle casalinghe, tonnellate di verdure, latte formulato anti-stipsi, latte di mucca senza lattosio, massaggi, seduta dell'osteopata ma nulla sembrava aiutare la mia povera Jennifer che aveva perennemente la pancina gonfia come un pallone.  Da qualche mese invece la strada sembra in discesa. Abbiamo trovato la nostra formula magica. L'insieme perfetto nella nostra routine quotidiana che finalmente lascia via libera alla popò.
Volete sapere come siamo sopravvissute noi?
LATTE DI AVENA + DICOPEG +ACQUA LAURETANA

Vi spiego meglio:
Ogni mattina beve il suo biberon di latte, non più di mucca ma di AVENA insieme ad una bustina di DICOPEG che altro non è che un lassativo. Insieme alla pediatra abbiamo capito che il latte di mucca la blocca. Infatti quando capita che mi finisce il latte di avena e le do anche solo un bicchiere di latte vaccino, so già che poi non farà la cacca.
Da qualche settimana papà ha portato a casa una nuova acqua.  La LAURETANA che pare essere una delle acque più leggere d'Europa. E anch'essa assunta durante la giornata ha una funzione depurativa su Jennifer. Tutte queste piccole cose insieme, ogni giorno, han fatto si di vincere la nostra partita contro la cacca.
Ovviamente periodicamente mi sono confrontata con la mia pediatra.  Non è stato semplice trovare la formula giusta.  Insieme ci siamo confrontate, informate e soprattutto lei mi ha consigliato molto prima di ricorrere ad esami o cure più invasive.
Non ci crederete ma avere il bidone dell'immondizia che puzza di cacca per me è una gioia immensa. Finalmente anche lei fa la cacca 3/4 volte al giorno come tanti altri bimbi della sua età. Questo ha tolto un grande peso al mio cuore di mamma...

giovedì 2 giugno 2016

11 Anni di storia. Com'è iniziato tutto...

Mancano pochi giorni al nostro anniversario. L'undicesimo!
11 lunghi anni passati insieme.
E in queste sere mi capita spesso di ripensare a tutto quello che siamo stati. A come è nata la nostra meravigliosa storia d'amore...
Chi ci conosce e ha vissuto al nostro fianco questi anni, sa cosa c'è dietro a questi 11 anni.
Ma non tutti forse sanno com'è iniziata...

L'ho conosciuto 12 anni fa, me lo presentò un amico che avevamo in comune. Quando lo vidi per la prima volta mi stava sul culo!  Ahahahah - si si, davvero! Scontroso, di pochissime parole, e mooolto mooolto antipatico. Arrivò con la sua BMX, i suoi 14 anni, e il suo accento calabrese.
Passò del tempo, e rivedendolo non era poi così male. Carino, con quella faccetta da ragazzaccio, e i suoi occhi mi entrarono dentro. Cominciai a cercarlo. Volevo conoscerlo e sapere di più di lui. 
E dopo poco tempo uscimmo insieme. Ricordo un pomeriggio d'inverno. Mancavano pochi giorni a Natale, era il 12 dicembre 2004. Mi stava accompagnando a casa, eravamo sul pullman, e lì ci fu il primo bacio. La prima volta che le nostre labbra si toccarono. Ricordo ogni minima sensazione, ogni piccola emozione. Quanto l'avevo atteso e desiderato quel momento. 
Andai a casa con il cuore pieno zeppo di gioia. 
Dopo quel bacio continuammo a vederci un pò. Spesso "tagliavo" da scuola per andare a sedermi su una panchina davanti al suo chiosco. La stessa dove oggi ci sediamo con i nostri figli. Ma a quei tempi ero io a stare seduta lì. Sola, e l'osservavo. Con il sole o con la neve non mi importava, mi bastava guardarlo lavorare. E più lo guardavo, così piccolo ma già grande per lavorare, e più mi innamoravo. Delle volte gli portavo dei pensierini. Le sue sigarette e i suoi dolcetti preferiti. Ma lui con il suo cuore troppo freddo, mi ringraziava con un sorriso e poi tornava al suo lavoro. Ma io rimanevo lì, per lui. Forse in cuor mio sapevo che dovevo insegnarli che cos'è la dolcezza. Le settimane passarono, continuammo a sentirci qualche volta, fino a quando sparì nel nulla insieme a tutti i miei timidi sogni di 13enne. E così con il cuore un pò graffiato ripresi la mia vita da adolescente. Le amiche, la scuola e la voglia d'estate che porta con se la spensieratezza e la voglia di divertirsi.
E quell'estate fu la più bella. L'11 maggio 2005 mi arrivò un messaggio sul cellulare. Uno di quei messaggi che avevo smesso di sperare da un pò. Inatteso ma sorprendente. Era LUI.
Lui che aveva voglia di riprendere proprio da lì dove avevamo interrotto. O meglio dove aveva interrotto. E così passò un altro mese, fatto di sms e qualche telefonata. Fino a quando decidemmo che era giunto il momento di rincontrarci una sera. Ed era proprio l'11 giugno. Venne sotto casa mia insieme ad un suo amico, con uno scooter rosso. Ricordo ancora com'eravamo vestiti. Cavolo quant'era bello. Jeans scuri e camicia blu. La stessa che ancora oggi è appesa nel suo armadio e credo non butteremo mai. E il suo profumo.... ROMA di L.B.
Io invece ero molto semplice. Avevo scelto di non farmi troppo bella per lui. Tuta nera e t-short bianca. Non ricordo bene di cosa parlammo, ricordo solo che non riuscivo a smettere di guardarlo, perchè per me era meraviglioso. Quella stessa sera, i miei scesero di casa per fare la passeggiata con il cane e lo videro. Dovetti presentarlo e non dimentico i suoi occhi pieni di imbarazzo per l'inattesa sorpresa.
Poco tempo fa mia mamma mi rivelò che Andrea gli entrò nel cuore dalla prima volta che lo vide.
E fu proprio quella stessa sera in cui con aria sicura disse al suo amico in dialetto calabrese "Ti piace a cotrara mia?" - ed io che non capivo una mazza di quel suo modo di parlare, lessi nei suoi occhi ciò che aveva detto e con un bacio stupendo diventammo MARIKA&ANDREA. Una cosa sola. Erano le 21:30. La stessa ora in cui 7 anni dopo scoprimmo che saremmo diventati genitori. La stessa ora in cui 9 anni dopo mi accorsi di essere incinta per la seconda volta. Coincidenze forse...
Ma torniamo a dove eravamo rimasti. A quel bacio. Il bacio che segnò l'inizio di ciò che siamo oggi.
Quella sera mi addormentai con il telefono sul petto e la musica nelle cuffiette.
Dopo quella sera passammo giornate meravigliose. Insieme in giro per la città su quello Zip che ci portò ovunque. Poi arrivò Agosto e il momento delle vacanze. Io rimasi in città quell'anno mentre lui dovette partire insieme a suo fratello per andare nella sua Calabria, a 1300km di distanza da me. Dovevano essere 15 giorni, ma per me sembrarono secoli. Dopo pochi giorni che andò via da Torino spense il suo cellulare. Ed io cominciai a pensare l'impossibile. Passai i pomeriggi ad ascoltare le nostre canzoni, o meglio le canzoni che ascoltava lui, per cercare di accorciare quella infinita distanza. Una sera, sopraffatta dalla tristezza e con il cuore in mille pezzi presi un ago e un barattolino di china e incisi sul mio polso un cuore. Un cuore sbilenco come il mio in quei giorni. Ma quel cuore era il mio segno d'amore. Comunque sarebbe andata lui sarebbe rimasto sulla mia pelle. Dopotutto lui fu il mio primo amore. La mia prima volta... e non l'avrei dimenticato mai.
Ma per fortuna quei 15 giorni passarono e lui tornò in città. Tranquillo, abbronazato e dannatamente bello. Volevo odiarlo per quel suo lungo silenzio, ma non ci riuscivo.
Non dopo che lui mi portò una scatolina blu con all'interno una collanina. Un cuore con 3 perle. Ed io dinnanzi a quel pacchetto mi sciolsi come un ghiacciolo al sole in quel giorno di fine agosto.
Era come se in quel cuore c'erano racchiuse le sue scuse. Della serie: SONO BASTARDO MA SONO FATTO COSI'. Ed io l'avevo scelto proprio perchè era così.
E così ricominciammo a stare sempre insieme. Arrivò settembre ed io ripresi la scuola. L'ultimo anno di scuole medie. Quante cose avevo da raccontare alle mie amiche. Delle volte la mattina mi veniva a prendere sotto casa e mi accompagnava a scuola in motorino e quanto mi gasava questa cosa.
Trascorremmo un anno bellissimo fatto di pranzi e cene a casa sua, uscite fuori città in sella al suo motorino. Stavamo crescendo insieme e tutto andava come doveva. Fino a quando arrivò la seconda estate. Questa volta anche io dovevo partire e la sua gelosia cominciava a farsi sentire. Tant'è che mi comprò lui il costume che dovevo indossare. E giuro che io scema lo indossai. Com'ero diversa...
Ma tra alti e bassi complici della distanza passarono anche quelle vacanze. Arrivo un'altra volta settembre ed io cominciai la prima superiore. Scuola nuova, gente nuova, posto nuovo. Spesso litigavamo perchè io cominciai a cambiare. Forse stavo solo crescendo, o forse a 15 anni volevo fare anche io quello che facevano i miei coetanei. Mentre io avevo lui al mio fianco, il mio primo amore, che però con la sua gelosia e il suo carattere ancora un pò duro spesso metteva alla prova il mio carattere. E così nell'inverno del 2006 ci lasciammo. Passammo 8 lunghi mesi lontani. Sotto lo stesso cielo, ma non più insieme. Ognuno la sua vita, eppure delle volte come due calamite ci rincontravamo. E alla fine non serviva a nulla stare lontani. Perchè seppur geloso, scontroso e sfuggente nessuno era in grado di stare al suo posto. Così tornammo insieme. Un pò cambiati e con un tassello in più al puzzle della nostra storia. La nostra quotidianità tornò quella di un tempo. I viaggi, le uscite la sera, la serate in famiglia, le cene fuori, i suoi infiniti regali. Un giorno decidemmo anche di farci un tatuaggio. Uguale. Per dire al mondo interno quant'era grande il nostro amore. E così passammo giorni a disegnarlo, progettarlo, mettendo insieme le nostre idee. E scegliemmo di tatuarci un cuore, come simbolo dell'amore. Con due ali per far volare lontano i nostri sogni, e una corona perchè il nostro amore è, è stato, e sarà reale. Sempre.
Ma non bastò un tatuaggio per  non far rompere nuovamente qualcosa tra noi. Questa volta a distanza di 2 anni fu il suo lavoro a dividerci. Io che mi arrabbiavo per i suoi orari folli, per la sua vita da uomo, nonostante i suoi 18 anni. E lui che non trovava alternativa. Anche quella volta i litigi ci portarono a separarci. Giurai a me stessa che non ci sarei mai più cascata. Che avrei fatto vincere la testa e non il cuore. 5 mesi sono bastati per farmi capire nuovamente che nonostante il suo carattere, il suo lavoro e la sua testa ottusa, lui era il mio destino. Niente e nessuno poteva sostituire le noiose serate a guardarci la tv stretti stretti nel lettino il sabato sera, anzichè le seratone. O le notti fredde in cui uscivamo insieme per andare ai mercati generali. O le fiere in giro per l'Italia, perchè se pur lavorando, almeno eravamo insieme. E quel tempo trascorso lontani ci insegnò a venirci incontro. Aggiungemmo così un altro tassello al nostro puzzle.
Il primo pezzo importante però arrivò poco prima dei miei 18 anni. Quando decidemmo che era giunto il momento di viverci al completo. Poche settimane di ricerca e trovammo il nostro nido. Era il dicembre del 2009 quando firmammo il contratto di affitto della nostra prima casa.
Piccola ma speciale, parlava di noi. Ogni minimo dettaglio lo scegliemmo insieme.
Ricordo ancora la faccia di mia madre quando le dissi che andavamo a vivere insieme. Non era arrabbiata. Era un misto di stupore e dispiacere al tempo stesso, alla fine ero il bastone della loro vecchiaia. Ma mi ha sempre supportata, forse perchè anche lei sapeva che sarei andata incontro alla mia felicità. E così è stato. Nel maggio del 2010, terminata la ristrutturazione iniziò la nostra convivenza. Devo dire che ce la siamo cavata alla grande. Certo delle volte litigavamo ma era un continuo crescendo. Lui mi insegnò a cucinare (ancora oggi è più bravo di me) ed io gli insegnai ad essere un pò più ordinato (ci sto ancora lavorando).
Nella nostra quotidianità però mancava qualcosa. Desideravamo una creaturina che portasse ancor più allegria nella nostra casa. Era giugno 2012 e per il nostro 7° anniversario partimmo 3 giorni per Venezia. E fu proprio lì che il 9 giugno alle 21:30 scoprimmo di Nicholas. Entrambi sapevamo e speravamo di avere un maschietto. Ricordo le sue lacrime di gioia quando la ginecologa confermò il nostro desiderio. E ancor più belle sono state le sue lacrime quando no
stro figlio venne al mondo. Lui così timido e impacciato con i neonati, era perfetto con nostro figlio tra le braccia. Non potevo desiderare di meglio. Anzi forse poco dopo un desiderio ce l'avevo. Trasferirci nella nostra casa più grande per poter dare a Nicholas una cameretta tutta sua. Uno grande spazio dove poter crescere. Così nel maggio 2013 venimmo ad abitare nella nostra attuale casa. Quella casa che abbiamo tanto desiderato e lottato per avere, quella che sin dal primo momento abbiamo sentito perfetta per la nostra famiglia.
La prima estate in 3, il primo natale insieme con il nostro bimbo. Tutto meravigliosamente perfetto. Fino alla primavera del 2014 quando l'ennesima nube si è posata su di noi. Problemi, litigi, grosse responsabilià stavano per distruggere il nostro equilibrio perfetto.
Ma un'altra volta il destino ha creduto in noi, appoggiando nel mio grembo una dolce creaturina. Inaspettata, fuori dai nostri schemi. Come a dire: vi do io una ragione per non mollare.
E così è nel maggio 2014, alle 21:30 si è fatta notare Jennifer. Che con il suo caratterino è venuta al mondo il 1 febbraio 2015. Il giorno della vita! Anche questo sarà destino...
Ed oggi siamo qui, tutti e quattro insieme. La mia meravigliosa famiglia che sin dall'inizio di tutto questo ho sempre desiderato. Il mio mondo fatto di amore, figli e famiglia ha il loro nome.
E se mi guardo indietro rifarei tutto allo stesso identico modo, perchè tutto ci è servito per essere qui.
Fra tanti anni quando i nostri figli ci chiederanno di raccontargli di noi forse gli leggerò questo romanzo, o forse gli basteranno le milioni di foto appese in case per capire quanto è grande il nostro amore. Ora ci manca un unico grande tassello allo nostro bellissimo puzzle: il matrimonio.
Per dare il giusto sigillo alla nostra famiglia. E quando arriverà quel momento sarà ancora più bello, perchè avremo al nostro fianco i migliori testimoni del nostro amore: Nicholas & Jennifer.
Eravamo due bambini e adesso siamo due giovani genitori. Non so se sia possibile amarsi tanto dopo così tanti anni, eppure io nel mio cuore ho così tanto amore che mi basterà per altri 100 anni.
Qualcuno spesso mi dice che io vivo nel mio mondo a "Marikalandia", e se è così lasciatemi vivere qui, perchè non esiste cosa più bello della mia famiglia.
Questo è il mio augurio, un pò in anticipo per il nostro anniversario.
A noi amore mio...
Ti amo con tutto il mio cuore


Nessun'altra canzone può  racchiudere meglio questo racconto.

giovedì 19 maggio 2016

Giochiamo insieme

In questi giorni la mia prosciuttina è più nervosa del solito. Lei è conosciuta per avere un caratterino tutto pepe (chissà da chi avrà preso), ma da qualche giorno si sta superando, tanto da fare la monella anche all'asilo. Cosa strana perchè generalmente è brava.
Bene, ieri quando sono andata a prenderli ho visto il cielo incerto e sono riuscita a convincere Nicholas a trascorrere il pomeriggio a casa. Ma qualcosa dovevo inventarmi e allora mi si è accesa la lampadina: giochiamo con la sabbia! Cioè non vera e propria sabbia, bensì la farina per la polenta. Che al tatto ricorda molto la sabbia, forse visivamente un pò più gialla, ma vi assicuro che a loro è piaciuta un sacco. Ma l'idea non mi è nata per caso. Io quando mi sento stressata o nervosa sento il bisogno di creare qualcosa. Manipolare mi rilassa, e mi trasmette un senso di tranquillità.
Sopratutto le attività di manipolazione per i bambini sono ricche di stimoli, favoriscono la loro creatività, sviluppano competenze sensoriali, motorie, cognitive ed espressive.
E ieri ho ottenuto l'effetto che speravo. Nicholas in questo genere di attività e sempre molto partecipe, sia a casa che all'asilo. Ma la sorpresa è stata Jennifer. Hanno trascorso un oretta serena sul balcone. Lei appena ha visto cucchiai e ciotoline era super felice. Lui cucinava frittate giganti.
Ovviamente è toccato anche a me fare la mia parte. Ho insegnato loro a riempire una bottiglia e la cosa più bella è stata vederli fare squadra. Un cucchiaio lei, un cucchiaio lui. Non vi nascondo che quando mi allontanavo anche solo per bere un bicchiere d'acqua loro si "appiccivano", ma per noi questa è ordinaria amministrazione. Ma comunque ripeterò senz'altro il gioco, perchè ci siamo divertiti tutti e tre. Poi c'è bisogno di materiale semplice e dal costo davvero molto basso. E noi mamme lo sappiamo bene che qualche monetina merita di essere spesa pur di avere un oretta di pace in casa.

Vi lascio qui di seguito l'elenco di ciò che abbiamo usato noi:
  • 5/6 pacchi da 500g di farina per la polenta (quella del discount ovviamente)
  • Un contenitore grande con coperchio per riporla alla fine del gioco
  • cucchiai da tavola e da gioco
  • palette e rastrelli (quelli che usano al mare)
  • ciotoline 
  • colino di metallo
  • bottiglia rigida di plastica

Ricordatevi prima di iniziare il gioco di spazzare bene il pavimento dove giocheranno, togliendo eventuali residui, così da poter raccogliere alla fine buona quantità di farina senza tracce di sporcizia esterna. Il resto sparso un po qua e là lo lasciamo all'aspirapolvere che in un attimo calmerà le nostre ansie da "maniache della pulizia" 

martedì 10 maggio 2016

Cominciamo ad organizzarci...

L'estate 2016 sarà per noi un'estate speciale: la prima vacanza noi 4 insieme.
Niente a che vedere con l'estate passata, in cui mi sono sparata 800 km alla guida da sola, in macchina con i miei figli e mia mamma. Quest'anno no, saremo tutti insieme.
E non ce cosa più bella, secondo me, per dei bambini passare le vacanze con mamma e papà insieme.
Ma tornando a noi, sta volta abbiamo scelto un meta che desideravamo da tanto tempo...L'ISOLA DI PROCIDA
Non sarà certo come Rimini e Riccione a LIVELLO di CONFORT per le famiglie, ma sicuramente è l'isola della tranquillità. Un paradiso a cielo aperto. E noi l'abbiamo scelta proprio per questo.
Ma non voglio dilungarmi molto su questo, fino a quando non sarò lì di persona per poter esplorare e conoscere al meglio.
Veniamo al viaggio e alle soluzione che sto pensando per affrontare al meglio gli spostamenti in macchina.
Per prima cosa, acquisterò un LETTORE DVD da auto per permettere ai miei nanetti di guardare qualche cartone animato. Questi lettori hanno un carica di circa di 2 ore, quindi non basteranno per tenerli buoni per l'intero viaggio.
Sicuramente non mancherà il nostro santissimo HAPPY TABLET della Chicco, che tante volte ha tenuto occupato Nicholas durante cene o spostamenti lunghi, dando a noi qualche attimo di relax. Ora oltretutto anche Jennifer comincia ad usarlo, quindi mi guadagnerò qualche attimo di tregua in più.
Poi ho pensato di acquistare su Amazon dei TAVOLINI PER AUTO, che si trasformano anche in borsa porta giochi/libri. Uno azzurro per il nano, e uno rosa per l'ochetta. In questo modo potranno mangiare comodamente (ha anche il vano per le bottiglie) , manipolare pongo, guardare libri che ovviamente non mancheranno nei loro bagagli.
Porterò con noi senz'altro il TAPPETINO MAGICO che la zia ha regalato a Nico al compleanno. Un bellissimo tappetino, dalle dimensioni di un foglio, con una penna magica ricaricabile con semplicissima acqua. Praticamente il bambino disegna senza sporcarsi e sopratutto senza sporcare gli interni dell'auto del papi (quelli di mamma invece stendiamo un velo pietoso)
Ora facendo due calcoli, con un pò di cartoni, qualche partita sull'Happy Tablet, una mangiatina di snack, qualche disegno, e con un pò di pongo gran parte del viaggio potremmo superarlo senza troppe difficoltà. Per il restante tempo ci affideremo al vecchio caro Morfeo, sperando che li culli in un dolcissimo sonno. Il più lungo possibile anche.
Ma siccome noi mamme pensiamo sempre a tutto, io ho deciso che faremo sosta qualche giorno a FORTE DEI MARMI, che incontreremo nel tragitto fino a Procida. In questo modo non solo visiteremo un altro posto, ma smorzeremo un pò il viaggio per renderlo meno stancante.
E voi come vi state organizzando?

P.s. - Più avanti quando avrò acquistato quel che mi manca, vi mostrerò tutto.
Nel frattempo vi abbraccio.


sabato 9 aprile 2016

Comincia la strada in salita

Ultimamente io e il mio nano, anzi dovrei dire giovanotto, litighiamo spesso. Siamo ufficialmente entrati nel fase "faida mamma-figlio". Lui comincia a crescere sul serio, e vuol comportarsi da bambino grande, ed io troppo spesso mi trovo a doverlo sgridare. E questo mi fa stare male. Fa male ancor di più quando mi dice che si diverte di più con papà. Io che cerco di inventarmi sempre cose nuove e di fargli scoprire il mondo più che posso. Ma poi ci rifletto e so che papà è più divertente perchè lascia fare, è l'amico. Mamma invece è il maresciallo. La sera infatti quando appoggio la testa sul cuscino faccio il reso conto di che madre sono stata, e in queste settimane ammetto a me stessa che con lui sono stata una mamma severa, forse perchè non ero pronta a questo suo cambiamento...
Ma credo che noi mamme siamo state create apposta per saper amare incondizionatamente e per sapere mettere limiti là dove è necessario. I papà invece sono sempre i più buoni, quelli che ti amano incondizionatamente ma sono una via di mezzo tra un amico e un fratello, ed io lascio tranquillamente il ruolo a lui.

Per un attimo vorrei tirare il freno. Fermare il tempo e lasciarlo piccolo ancora per un pò..... un bel pò. E invece è così che deve andare... Ieri mi sembrava il piccolino di casa, e oggi invece lo vedo grande. Lui che con i suoi soli 3 anni vuole fare, dire, raccontare, provare, sgridare, conoscere, inventare.
E poi improvvisamente vuole decidere. E li capisco che sta diventando un omino grande perchè le sue idee possono essere diverse dalle mie.
Oggi più che mai capisco la mia mamma quando mi dice
"Com'era bello quando eravate piccoli..."
E pensare che io vorrei tenerlo piccolo già ora che a 3 anni, figuriamoci quando sarà maggiorenne!

mercoledì 6 aprile 2016

SALVAMENTO ACADEMY

L'asilo dei miei bambini spesso propone corsi gratuiti molto interessanti, e ieri è stata la volta del corso BIMBI SICURI tenuto da "SALVAMENTO ACADEMYhttp://www.salvamentoacademy.it/
Due ore davvero preziose in cui gli istruttori insegnavamo a mamme, papà, nonni, educatori e chiunque voleva partecipare, come fare le manovre di disostruzione pediatrica .



Ho sempre voluto fare un corso che mi permetteva di avere le conoscenze di base per poter soccorrere i miei bimbi (e non solo) da incidenti domestici, e ieri qualcosina ho imparato.
Tutti dovremmo essere pronti a fare qualcosa in caso di bisogno, vincendo le nostre paure, perchè quando i nostri figli sono piccoli la loro sicurezza, ma soprattutto la loro vita, è nelle nostre mani!
Nel loro sito è presente un calendario dei corsi tenuti in tutte le regione di Italia.
Vi invito a farlo, non solo a chi come me è genitore, ma anche a chi si trova a contatto con bambini.
Non vi spiegherò qui quello che mi hanno insegnato, perchè informazioni così importanti e pratiche lette dietro un monitor non fanno lo stesso effetto. Basta spendere due ore del nostro tempo per renderci conto di quanti rischi corrono i nostri figli nella quotidianità, ma in quelle due ore credetemi insegnano che non serve essere un super eroe per salvare la vita ad un bambino. Basta l'informazione, la conoscenza e la consapevolezza che INTERVENIRE, è un dovere civile. Educare i nostri figli alla sicurezza farà in modo che negli anni ci saranno sempre meno bambini morti per cause accidentali, ma soprattutto PREVENIBILI!


domenica 3 aprile 2016

Pavor Nocturnus - Tu lo conosci?

Oggi voglio parlarvi di un disturbo del sonno. Aimè ho imparato a conoscerlo perchè mio figlio Nicholas ne soffre da quando aveva 2 anni e mezzo. La prima volta che è successo eravamo nel nostro lettone, la paura e l'angoscia di non capire cosa stava succedendo, mi hanno colta impreparata. Dopo un mese circa, ha avuto una crisi all'asilo. Dormiva come al solito nella sua brandina e si è svegliato tremando, dicendo alcune frasi sconnesse e avvertiva un forte dolore alla testa. Quel giorno le maestre mi hanno chiamata, e il mio cuore ha smesso di battere per qualche istante. Lui stava male, ed io non ero con lui. Nel giro di pochi minuti sono corsa in macchina e ho guidato come un fulmine fino all'asilo. Avevo bisogno di abbracciarlo e vedere che tutto andava bene. Quello stesso pomeriggio ho chiamato la pediatra e la sua risposta è stata: "Teniamolo sotto controllo, e se dovesse accadere di nuovo facciamo un elettroencefalogramma" - difronte a quella parola il cuore mi si è fermato un'altra volta. Così con tutto il mio spirito materno mi sono messa su Google alla ricerca di una risposta ai sintomi di mio figlio. Sapevo dentro di me che non era nulla di grave. Ma volevo dargli un nome a quella crisi e una risposta alle mie paure. Mi sono bastati pochi click e da SOLA ho trovato la risposta che cercavo, confermata successivamente (....) dalla pediatra:
PAVOR NOCTURNUS - meglio conosciuto come terrore notturno.
Vi riporto qui di seguito i dettagli di chi ne sa più di me...
Il Pavor nocturnus (terrore notturno, terrore nel sonno),rientra nelle parasonnìe (perturbazioni non patologiche del sonno). È piuttosto frequente (meno nelle bambine) di solito compare fra i 2 e i 12 anni, e scompare in adolescenza; non ha alcun significato patologico, né alcuna causa patologica (neurologica, psicologica, affettiva, relazionale), né alcuna conseguenza. Si verifica durante il sonno profondo e lascia amnesia parziale o totale. Le crisi di Pavor nocturnus sono davvero impressionanti. Il bambino lancia un grido, con gli occhi sbarrati, a volte serrati, con una forte attivazione del sistema nervoso autonomo: è sudato, ansante, pallido, a volte paonazzo, ha le pupille dilatate, il respiro corto e frequente, la frequenza cardiaca aumenta come anche il tono muscolare. Delle volte perde l’urina. Si agita in movimenti scomposti, irrigiditi. Grida. Piange. Sembra in preda al terrore. Non è contattabile con gesti, né con parole. Anzi: se gli si parla, se viene toccato o abbracciato, il terrore può aumentare. Di solito la crisi dura pochi minuti, ma può durare anche dai 10 a 30 minuti. Alla fine il bambino torna a dormire d’un sonno profondo, come non fosse successo nulla. In realtà: continua a dormire nel suo sonno profondo, che non s’è interrotto durante la crisi. Al mattino non ricorda nulla, perché nella crisi non era consapevole. Se viene svegliato, qualcosa ricorda, ma più che altro ricorda il momento del risveglio e non quello della crisi.
QUINDI CHE COSA POSSIAMO FARE?
Quando si assiste a una crisi di Pavor nocturnus conviene, come coi sonnambuli, non fare nulla. Non toccare il bambino, ma solo prevenire che non si faccia male con i suoi gesti inconsulti; non cercare di “farlo ragionare” nella vana speranza di riuscire a contattarlo e rassicurarlo; non cercare di svegliarlo: può essere traumatico l’impatto. Tutt’al più si può parlargli con voce tranquilla e toni bassi. Non importa ciò che si dice: è il suono quello che conta.
Era da un pò che non capitava, ma ieri tornati dal nostro pranzetto al ristorante io e il papi abbiamo convinto Nicholas a riposare un pò, prima di andare a casa di amici. Ma il suo sonno si è interrotto da una crisi di terrore notturno. Questa volta accanto a lui c'era Andrea, ed io riconoscendo le urla di Nico sono subito andata a vedere cosa stava accadendo. E infatti il piccolo era in preda da urla e pianti. Indicava la televisione (spenta), diceva frasi strane "Non sono bravo..." - "Non voglio andare lì" - "No mamma...." tremava e urlava forte. Io ormai non mi spavento più, ho imparato a gestire la cosa. Ma il papà povero, lui si che si è spaventato. Raccomandavo Andrea di non toccarlo, perchè il suo istinto era quello di abbracciarlo. Perchè se non sai ti viene naturale abbracciare tuo figlio quando è spaventato. Per fortuna la crisi è durata circa 4/5 minuti e poi si è svegliato. Gli ho chiesto "Amore dove ti trovi?" e la sua risposta è stata "In cameretta mamma", ed era vero.
Insomma questo mio racconto vorrei servisse ad altre mamme, che magari si trovano per la prima volta di fronte ad una crisi del genere. E' vero può spaventare, ma non c'è nulla da temere. E' un passaggio che fa parte della crescita in alcuni bambini. Con il tempo passa...