Oggi voglio parlarvi di un disturbo del sonno. Aimè ho imparato a conoscerlo perchè mio figlio Nicholas ne soffre da quando aveva 2 anni e mezzo. La prima volta che è successo eravamo nel nostro lettone, la paura e l'angoscia di non capire cosa stava succedendo, mi hanno colta impreparata. Dopo un mese circa, ha avuto una crisi all'asilo. Dormiva come al solito nella sua brandina e si è svegliato tremando, dicendo alcune frasi sconnesse e avvertiva un forte dolore alla testa. Quel giorno le maestre mi hanno chiamata, e il mio cuore ha smesso di battere per qualche istante. Lui stava male, ed io non ero con lui. Nel giro di pochi minuti sono corsa in macchina e ho guidato come un fulmine fino all'asilo. Avevo bisogno di abbracciarlo e vedere che tutto andava bene. Quello stesso pomeriggio ho chiamato la pediatra e la sua risposta è stata: "Teniamolo sotto controllo, e se dovesse accadere di nuovo facciamo un elettroencefalogramma" - difronte a quella parola il cuore mi si è fermato un'altra volta. Così con tutto il mio spirito materno mi sono messa su Google alla ricerca di una risposta ai sintomi di mio figlio. Sapevo dentro di me che non era nulla di grave. Ma volevo dargli un nome a quella crisi e una risposta alle mie paure. Mi sono bastati pochi click e da SOLA ho trovato la risposta che cercavo, confermata successivamente (....) dalla pediatra:
PAVOR NOCTURNUS - meglio conosciuto come terrore notturno.
Vi riporto qui di seguito i dettagli di chi ne sa più di me...
Il Pavor nocturnus (terrore notturno, terrore nel sonno),rientra nelle parasonnìe (perturbazioni non patologiche del sonno). È piuttosto frequente (meno nelle bambine) di solito compare fra i 2 e i 12 anni, e scompare in adolescenza; non ha alcun significato patologico, né alcuna causa patologica (neurologica, psicologica, affettiva, relazionale), né alcuna conseguenza. Si verifica durante il sonno profondo e lascia amnesia parziale o totale. Le crisi di Pavor nocturnus sono davvero impressionanti. Il bambino lancia un grido, con gli occhi sbarrati, a volte serrati, con una forte attivazione del sistema nervoso autonomo: è sudato, ansante, pallido, a volte paonazzo, ha le pupille dilatate, il respiro corto e frequente, la frequenza cardiaca aumenta come anche il tono muscolare. Delle volte perde l’urina. Si agita in movimenti scomposti, irrigiditi. Grida. Piange. Sembra in preda al terrore. Non è contattabile con gesti, né con parole. Anzi: se gli si parla, se viene toccato o abbracciato, il terrore può aumentare. Di solito la crisi dura pochi minuti, ma può durare anche dai 10 a 30 minuti. Alla fine il bambino torna a dormire d’un sonno profondo, come non fosse successo nulla. In realtà: continua a dormire nel suo sonno profondo, che non s’è interrotto durante la crisi. Al mattino non ricorda nulla, perché nella crisi non era consapevole. Se viene svegliato, qualcosa ricorda, ma più che altro ricorda il momento del risveglio e non quello della crisi.
QUINDI CHE COSA POSSIAMO FARE?
Quando si assiste a una crisi di Pavor nocturnus conviene, come coi sonnambuli, non fare nulla. Non toccare il bambino, ma solo prevenire che non si faccia male con i suoi gesti inconsulti; non cercare di “farlo ragionare” nella vana speranza di riuscire a contattarlo e rassicurarlo; non cercare di svegliarlo: può essere traumatico l’impatto. Tutt’al più si può parlargli con voce tranquilla e toni bassi. Non importa ciò che si dice: è il suono quello che conta.
Era da un pò che non capitava, ma ieri tornati dal nostro pranzetto al ristorante io e il papi abbiamo convinto Nicholas a riposare un pò, prima di andare a casa di amici. Ma il suo sonno si è interrotto da una crisi di terrore notturno. Questa volta accanto a lui c'era Andrea, ed io riconoscendo le urla di Nico sono subito andata a vedere cosa stava accadendo. E infatti il piccolo era in preda da urla e pianti. Indicava la televisione (spenta), diceva frasi strane "Non sono bravo..." - "Non voglio andare lì" - "No mamma...." tremava e urlava forte. Io ormai non mi spavento più, ho imparato a gestire la cosa. Ma il papà povero, lui si che si è spaventato. Raccomandavo Andrea di non toccarlo, perchè il suo istinto era quello di abbracciarlo. Perchè se non sai ti viene naturale abbracciare tuo figlio quando è spaventato. Per fortuna la crisi è durata circa 4/5 minuti e poi si è svegliato. Gli ho chiesto "Amore dove ti trovi?" e la sua risposta è stata "In cameretta mamma", ed era vero.
Insomma questo mio racconto vorrei servisse ad altre mamme, che magari si trovano per la prima volta di fronte ad una crisi del genere. E' vero può spaventare, ma non c'è nulla da temere. E' un passaggio che fa parte della crescita in alcuni bambini. Con il tempo passa...
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